Quanto è bella gioventù....

Pubblicato il 11 Marzo 2014

Quand’è che la gioventù mi ha abbandonata?
Fino a qualche tempo fa, tipo fino a due anni fa, ero piena di energie. Vivevo una seconda adolescenza. Feste, divertimento, uscite, nuovi amici.

In realtà era una prima adolescenza, perché io da adolescente SE andavo alle feste dovevo tornare tipo alle dieci e mezza. Quindi NON mi divertivo, quindi NON facevo in tempo a fare nuove amicizie. Per questo le mie amiche dolci mi dedicavano “nella notte” degli 883 mentre andavo via dal party incrociando i ggiovani veri che al party stavano arrivando.
Così, appena ho varcato la soglia di casa per andare a studiare all’estero (a Milano, ndC) mi sono rifatta. La vita universitaria è stata un tale vortice di benessere (alè, Bengodi! amava dire mia mamma con sdegno) che ancora non mi è chiaro quand’è che studiavo. Come avrei potuto fare altrimenti? Ero ggiovane.

Poi ho iniziato a lavorare e, sebbene i ritmi fossero molto cambiati, avevo ancora voglia di uscire -attenzione- anche infrasettimanalmente! Aperitivi, dopo-aperitivi, bicchieri della staffa. E il giorno dopo al lavoro sfoggiavo orgogliosa il felino morto sulla testa e la bottiglietta d’acqua indice di grave disidratazione. Perché io comunque ero poco più che ventenne eh. Quindi:ggiovane.
Certo, l’entusiasmo si era un filo ridotto. Magari a ballare non ci si andava più in settimana. Ricordo una volta che, colti da fierezza, con Cretino e altri Cretini abbiamo deciso di andare a ballare- ri-attenzione- di giovedì sera!
Alle nove e mezza Cretino già minacciava di addormentarsi sul divano, ma sotto minaccia è uscito lo stesso. Purtroppo, dopo aver constatato che tra le discoteche che frequentavamo all’università una era frequentata per l’appunto da universitari che sembravano figli nostri e l’altra era stata rasa al suolo, siamo finiti in una disco trendy il cui cliente tipo aveva sessant’anni e portava il capello mogano col ciuffo, la camicia aperta e la catena su pelo. Lì sì però che eravamo noi i veri ggiovani. Penso che siamo rimasti lì almeno almeno fino a mezzanotte e mezza. Roba da sbarbati veri.
E niente, ho retto egregiamente per diversi anni ancora. A un certo punto ho anche iniziato a frequentare colleghi nati un decennio dopo di me, per mantenermi sull’onda, e poi.. boh. Il crollo.
Il venerdì sera non riesco a tenere gli occhi aperti. Il sabato è dedicato a più tranquille cene casalinghe e la domenica.. Oh ma siamo pazzi? La Domenica bisogna prepararsi alla settimana lavorativa che inizia. Al massimo un cinema, ma un primo spettacolo eh..
Inutile dire che durante la settimana uscire è un lusso che paghi per mesi. Un aperitivo il mercoledì significa trascinarsi per casa pentendosi e chiedendosi il perchè di tale follia fino alle prime ferie estive.
Eppure, lo spirito c’è. Io vorrei tanto andare per locali, d’inverno, all’aperto come un tempo, tenendo il drink ghiacciato in mano (con la mano di plastica). Vorrei godermi la primavera e fare il tour dei bar col vento che mi lambisce e mi fa svolazzare la sciarpa di lana, il cappello e i fazzoletti per il raffreddore. Vorrei andare alle feste in piscina d’estate, fare i tuffi a bomba e girare in pareo, coprendo i cerotti anti-artrosi. E invece.. la mente, lei sì è ggiovane, ma il fisico no. Quello mi dice: bastaaa, pietààà e guardati allo specchioooo!

Ah, ma io non mollo. Ho comprato un ricostituente per prepararmi alla bella stagione. L'ho preso l'altra mattina, oggi no perchè mesolarlo mi sapeva troppa fatica. Intanto dormo, come domenica che mi sono alzata dal letto giusto due volte (pappa e pipì), così recupero in anticipo le ore che perderò appena mi riprendo un attimo.

Tra l'altro vorrei raccontarvi di quella volta che andai a una festa stupenda e... ma mi fan troppo male le dita a scrivere.. magari la prossima volta...

Buona notte.

Cretina

 

#cretina #2cretini

Scritto da Cretina

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