n'omo 'na donna, 'na donna n'omo

Pubblicato il 11 Dicembre 2013

Delle differenze tra uomo e donna si parla da secoli. Libri espliciti per l’infanzia spingono i poppanti a giocare a “se io ti faccio vedere cos’ho lì sotto, tu mi fai vedere cos’hai lì sotto?”, saggi di fine psicologia spiegano che “le donne vengono da venere, gli uomini da marte”, pregevoli testi didattici, innumerevoli canzoni e film ripropongono stereotipi ovvi e poco edificanti.

Eppure, ogni volta che si parla di uomini e donne, pur non aggiungendo niente ai concetti classici, il successo è assicurato. E visto che è la brama di successo che ci porta a intasare ulteriormente la rete di inutilità, non potevamo farci sfuggire l’occasione di dire la nostra. Per la precisione parlando di uomini e donne in coppia.

Per quanto mi riguarda la sintesi eccelsa di qualsiasi studio sui rapporti visti dal masculo e visti dalla fimmina ci è stata data da un episodio di Friends (uno dei più bei telefilm mai apparsi). Scena uno: casa delle ragazze. Rachel racconta alle amiche con dovizia di particolari tutto ciò che ha portato finalmente all’agognato bacio tra lei e Ross. Dolcezza e tenerezza, la fanno da padroni. Le ragazze assorte ascoltano tutto il racconto farcito di sentimenti.

Scena due: i ragazzi in piedi attorno a un tavolo. Domanda: “lingua in bocca?” “si”. E sigla iniziale. Amo.

E il post si potrebbe chiudere qui. Ma poi Cretino mi cazzierebbe, perciò andrò avanti. Normalmente la grande distinzione tra il rapporto vissuto dall’uomo e il rapporto vissuto dalla donna è: uomo pratico-essenziale-burbero, donna-sognante-romantica-complicata. La società moderna però complica le cose, visto che non esiste più solo il rapporto uomo-donna (a Milano poi non esiste proprio più). Eh no. Oggi abbiamo anche il rapporto uomo-uomo: uomo-sognante-romantico-essenziale con uomo-pratico-burbero-complicato. Oppure il rapporto donna-donna: donna-comunque non pratica-romantica-burbera e complicata con donna- non essenziale-sognante- burbera e complicata.

Come se ne esce? Spero tra poche righe. Poi comunque rivediamo il contratto eh, Cretino.

La verità è che non se ne esce perché non c’è un punto di vista maschile e un punto di vista femminile. Non mi riferisco al fatto che ci siano mille diversi punti di vista a seconda della personalità, delle esperienze, delle situazioni. Ma va là, come siete banalotti. La verità è che, come discutevo di recente con amiche-sognanti-romantiche-complicate-burbere quando ubriache, il punto di vista è uno e unico, uomo o donna che sia. Ovvero: quando si è innamorati ci si fa prendere a calci nelle palle col sorriso. Palle degli occhi eh, che le hanno sia gli uomini che le donne. Il che è bellissimo e perfetto, perché ci permette di sentirci felici in ogni rapporto e di avere allo steso tempo qualcosa con cui farci forza quando i rapporti finiscono (della serie: "meglio così, mi trattava di merda"). Naturalmente sto scherzando, non è il mio caso, né il caso di nessuno che io conosca. Come mi ha detto di dire il mio avvocato.

Parlando seriamente (si fa per dire), ci sono un sacco di cose da dire sulle differenze tra uomo e donna nella gestione dei rapporti di coppia. Evidentemente però non saranno dette in questo post. Ecco perchè Cretina e Cretino vi regaleranno a breve su questi schermi due piccoli manuali: “La coppia Cretina” e “Il rapporto Cretino”. Restate collegati, intanto io vado a cercare il filo del discorso. L’ho perso perché sono così, dolcemente complicata..

Scritto da Cretina

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